Regge dei Savoia

Ritratti di Frutta antica

Luoghi di svago e vacanza, dalla caccia alla villeggiatura, e simboli del potere, le prime residenze sabaude diventeranno parte della “corona di delizie” tra Torino e il territorio circostante (Rivoli, Racconigi, Venaria, Stupinigi…).

Quando Emanuele Filiberto di Savoia, dopo la pace di Cateau-Cambrésis (1559) viene reinsediato al ducato, decide di spostarne la capitale a Torino, è l'occasione per dotare il principato di quell'apparato di luoghi simbolo che caratterizzano la signoria nell'Europa moderna. Ma era anche il momento che lo stato sabaudo affermasse il suo ruolo politico nello scacchiere europeo con l'edificazione di palazzi degni di tale nome. Il confronto con il vicino francese era e sarà sempre presente: inizia nel Seicento quel processo di continua emulazione tra la grande monarchia d'oltralpe e il piccolo stato sabaudo. Un raffronto che gioverà proprio all'architettura regale, da Stupinigi a Versailles.

Architetti del calibro di Amedeo e Carlo di Castellamonte, Filippo Juvarra, Guarino Guarini, Pelagio Palagi si avvicendarono nella progettazione di regge e palazzi – alcuni, come quello di Rivoli, sorti dal rifacimento di vecchi castelli – oggi patrimonio UNESCO, e rivelano intatto il potere evocativo dell’epoca sfarzosa dell’Antico Regime. Uno charme che convinse ancora King Vidor e Mario Soldati ad ambientare, in modo convincentissimo, la versione cinematografica di Guerra e Pace tra il Castello del Valentino, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Reggia di Racconigi.

Lo splendore delle maisons de plaisance, dai “palazzi del potere” (Palazzo Reale, Palazzo Madama, Carignano, Chiablese) alle regge adibite alla vita di corte (Reggia di Venaria, Villa della Regina, Castello del Valentino, Palzzina di Caccia di Stupinigi…) portò la corte sabauda ad essere considerata la più splendida d’Italia e fra le migliori d’Europa.

La riorganizzazione del territorio, continuata fino al XVIII secolo, accresce l’influenza simbolica ed effettiva dei luoghi del potere assoluto dei Savoia. Sempre in primo piano è il ruolo della gestione economica, fino al XIX secolo, quando la “corona di delizie” e le residenze di villeggiatura divengono sede di territori deputati ad iniziative economico-produttive (in particolare, si svilupparono le tenute agricole della Mandria, di Govone, di Racconigi e di Pollenzo). Questo non fu che l’ultimo e naturale sviluppo di un legame istituito con l’ambiente e il territorio circostante fin dalle origini, in un progetto residenziale volto a soddisfare le occasioni di svago dei reali e in particolare, per quanto riguarda Venaria e Stupinigi, della caccia, intesa anche come momento di interesse politico, di intreccio e mantenimento di relazioni fra le case della nobiltà.

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