La Val di Susa

Delle abbazie e degli alpeggi

Terre di passaggio
Il valico e la val di Susa sono la porta per chiunque, dalla Francia meridionale, voglia accedere alla Pianura Padana, e di lì al resto d'Italia.
Le fonti antiche non si prestano ad un'interpretazione univoca, ma certo è più che fondata l'ipotesi per la quale proprio da qui sarebbe passato Annibale. Zona di invasione facile e di passaggio, Susa è certo uno degli avamposti da cui Augusto fa partire la conquista di quell'area grigia alpina mai ben ‘pacificata’, per dirla coi Romani. Il suo arco sta lì ad indicarlo.

Pellegrini e stranieri
Il passaggio delle Alpi attraverso la val di Susa è sempre stato l'accesso all’Italia. E per molti l'Italia voleva dire, in tante epoche, Roma. Città che per il medioevo è polo d'attrazione e centro d'attenzione e d'identità, se il termine è lecito, dell'Europa cristiana.

Per la val di Susa passava la via dei pellegrini che si recavano a Roma, o che volevano andare in Terrasanta. E i pellegrini su questa strada trovavano rifugio, ospitalità, in luoghi in cui potessero pregare e meditare. Immaginando un pellegrino che dalla Gran Bretagna vada a Gerusalemme, tre tappe si impongono. Il cammino inizia dalla coppia di monasteri sulle isole, di qua e di là della Manica: St Michael's Mount in Cornovaglia e il gemello più famoso, Mont Saint-Michel. All'estremo opposto, poco distante dalle coste pugliesi da cui ci si imbarca per Gerusalemme, San Michele sul Gargano. Esattamente a metà il nostro San Michele, la Sacra. La via dei pellegrini, segnata dai santuari dedicati all'arcangelo, è una via ideale: ma è anche stata la strada reale, percorsa fin dai primi secoli del Medioevo.

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