patate

Patate di montagna

Come il mais, la patata giunse in Europa dal Nuovo Mondo dopo la metà del '500, ma per molto tempo la si coltivò solo a scopo botanico e come abbellimento dei giardini e degli orti, visti i bei fiori viola. All'inizio del XIX sec. la patata è consumata in tutta Europa e oggi rappresenta la prima produzione non cerealicola nel mondo. Anche nelle Valli Valdesi la patata affiancò la coltivazione di cereali: quando questi scarseggiavano, la patata veniva mescolata alla farina per produrre pane.

In montagna si è diffusa notevolemente per le qualità di alcune varietà: adattabili alle severe condizioni climatiche montane, si può coltivare fino ai 2000 m sulle Alpi occidentali, là dove il frumento non arriva. Interessanti varietà locali sono giunte inalterate sino ai nostri giorni: piatlina (da purea), vitellotte noire (o patata viola, da intingere nella bagna cauda) e ratte (ottima bollita o al forno con la buccia).

Per saperne di più
Dal 2005 opera l’Associazione dei produttori denominata “Patata di Montagna della Provincia di Torino”, con sede proprio presso la Scuola Malva di Bibiana. La patata rientra nel Paniere dei Prodotti tipici della Provincia di Torino, marchio creato per accogliere tutti i prodotti agroalimentari ed agricoli del territorio provinciale legati alla tradizione storica locale.

Piatlina

Antica varietà autoctona del Piemonte Occidentale recentemente ritrovata. Se ne trova un ecotipo nel cuneese (Entracque) ed un altro a Pragelato. In Val Chisone era diffusa fino agli anni '60-’70, sia a Perosa Argentina che a Pramollo o in Val Germanasca veniva coltivata anche per ottenere le patate da riseminare. Chiamata da alcuni Trifola da minestra per la pasta particolarmente tenera e fondente, era apprezzata per la preparazione del purè, comunque adatta a molti utilizzi.
La patata di Pragelato è di forma ovale e un po' piatta, con numerosi occhi dai contorni un po' rossastri e la pasta è di colore giallo molto chiaro. A fine 2008 però ne è stata rinvenuta in Val Germanasca un altro ecotipo, senza bordatura e di pasta bianca.

Vitellotte noire
(o Violette, Violetta di Mondrone, patata viola…)

Antica varietà di origine francese, ma coltivata anche sul versante italiano, in particolare da alcuni produttori della Val Susa.
La buccia e la pasta hanno un curioso colore blu-violetto, molto scuro, che si mantiene anche dopo la cottura. Ha forma tendenzialmente allungata, irregolare e bitorzoluta.
Ritrovata in Bretagna negli anni '70, agricoltori francesi specializzati su biodiversità e conservazione delle antiche varietà la moltiplicanoin quantità ridotte e a prezzi elevati, vista la resa molto bassa. Di questa patata, tanto amata da Alexandre Dumas, non è facile trovare i tuberi da seme, ma da decenni in Val Susa e nelle Valli di Lanzo alcuni produttori la riproducono con cura. Ad alto contenuto delle preziose antocianine (vedi riquadro), è molto versatile, consigliata per bollita, vellutate, patatine fritte, purée, gnocchi e ripieno per tortelloni. Spettacolare tra le verdure della bagna cauda. E non dimentichiamo l'effetto visivo, visto il suo colore viole, di cui cuochi e chef d'ogni sorta possono approfittare!

Ratte

Conosciuta nelle vallate alpine dell’ovest Piemonte come patata del Buro patata del bec, anch'essa è di origine francese, ma è coltivata da tempo nelle vallate alpine e tradizionalmente la più diffusa in tutto l’arco alpino piemontese, in particolare nelle valli che hanno uno sbocco oltralpe.
I tuberi sono piccoli e a forma di becco o corno allungato, irregolari e bitorzoluti: la varietà viene chiamata così proprio perché ricorda un ratto! La buccia è molto sottile, di colore giallo paglierino, così come la polpa che è di grana fine decisamente morbida e dal sapore delicato. E se vi piace mangiare le patate con la buccia, questa varietà fa per voi. E' consigliata bollita o cotta al vapore, ma va benissimo anche per insalate, piatti al forno e per le fritture con patate intere.

Dove Acquistare / Degustare
Cerca: